SAPEVI CHE?

1 DONNA SU 2

SOFFRE
di mastalgia

IL 70% DELLE DONNE

HA SOFFERTO ALMENO UNA VOLTA
di mastalgia

IL 15% DELLE DONNE

HA
dolore severo

Dati ISTAT e di letteratura

Mastalgia ciclica e non: quali rimedi? 

La mastalgia è una condizione provata da quasi tutte le donne almeno una volta nella vita.

Si manifesta principalmente come dolore a una o entrambe le mammelle, pesantezza e aumentata sensibilità. A questi sintomi, possono associarsi nei casi più gravi, tensione e fitte. La qualità di vita è compromessa, con profonde ripercussioni sulla sfera lavorativa e privata.

La presenza di dolore altera, infatti, la vitalità e le modalità di risposta a situazioni ed eventi, risultando non solo una problematica circoscritta e a volte attesa, ma un limite pratico alle esigenze di ogni giorno. È noto che diversi fattori concorrano alla generazione di tale disturbo; tuttavia, non si possono affermare con certezza i meccanismi d’azione su ogni paziente.

La mastalgia può coinvolgere tutte le donne in età fertile, ma risulta più insistente nelle giovani, quando gli squilibri ormonali legati al ciclo mestruale sono più frequenti.

In particolare, si distinguono: mastalgia “ciclica” e “non ciclica”.

MASTALGIA CICLICA: COS’È

La mastalgia ciclica si manifesta in donne in età fertile una o due settimane prima del ciclo, principalmente nel periodo compreso tra il 10° e il 25° giorno, per poi solitamente regredire con la mestruazione.

Il dolore interessa generalmente la parte esterna della mammella (QSE- quadrante superiore esterno) e tende ad acuirsi con l’attività fisica.

MASTALGIA NON CICLICA: COME SI MANIFESTA

Nel caso della mastalgia non ciclica, i sintomi sono indipendenti dalle variazioni ormonali delle mestruazioni, risultando pertanto costanti, se pure con differenti picchi di intensità.

Tale tipologia di dolore risulta essere molto comune nelle donne tra i 40 e i 50 anni e riguarda solitamente l’intera area del seno.

BOSWELLIA SERRATA, ANTINFIAMMATORIO NATURALE

La Boswellia serrata è una pianta diffusa prevalentemente nel nord Africa e nel sud-est asiatico conosciuta come “albero dell’incenso”.

Studi scientifici hanno dimostrato le sue proprietà:

  • Antinfiammatorie: tramite l’acido boswellico (in particolare con l’acido acetil-11-cheto-beta-boswellico AKBA) la Boswellia è in grado di frenare la 5-lipossigenasi (5-LO), un enzima che converte l’acido arachidonico in leucotrieni mediatori dell’infiammazione sia acuta (leucotriene B4, LTB4) che cronica (leucotriene C4, LTC4; leucotriene D4, LTD e leucotriene E4, LTE4). Risulta pertanto in grado di contrastare gli stati di tensione provocati da infiammazioni localizzate.
  • Antidolorifiche e antiedemigene: la Boswellia contribuisce infatti a ridurre i gonfiori migliorando l’apporto di sangue alle articolazioni.
  • Antibatteriche e antisettiche, dovute alla presenza nella pianta di acidi triterpenici, sostanze che combattono la proliferazione di alcuni microrganismi patogeni.
    Gruppi di ricerca hanno sperimentato la sinergia tra tre composti naturali: acido boswellico, betaina e myo-inositolo, e le loro potenziali proprietà nel modulare l’infiammazione e il sistema endocrino. I risultati hanno mostrato miglioramenti sul dolore, senza effetti collaterali e una diminuzione degli altri sintomi associati alla mastalgia, come ansia e fastidio mestruale. Tali esiti sono supportati dall’azione pleiotropica del myo-inositolo sui meccanismi endocrino, metabolico ed infiammatorio. Questa molecola infatti può inibire la fibrosi indotta dall’infiammazione e modulare l’attività del TGF-β. Inoltre, il myo-inositolo può esercitare un’attività modulante sul metabolismo cellulare, migliorando l’assunzione di glucosio e normalizzando il metabolismo lipidico. Pertanto, si può ipotizzare che il myo-inositolo possa migliorare le caratteristiche clinico-patologiche della mastodinia e della compattezza del seno interferendo con il metabolismo dei tessuti a livello locale e sistemico.

BETAINA, PROPRIETÀ E BENEFICI

La betaina è una sostanza estratta dalla barbabietola da zucchero, che agisce sulla regolazione dell’omocisteina.

La presenza di omocisteina nel sangue, fino a 5-12 μmol/L, è normale; ciò significa che la sua produzione è del tutto fisiologica. Quando invece i suoi livelli superano il valore di 12 µmol/L si definisce una condizione di iperomocisteinemia.

Elevati livelli di questo amminoacido influenzano negativamente le funzioni del sistema nervoso, cardiovascolare e osseo, in particolar modo attraverso un incremento della produzione di radicali liberi e dello stress ossidavo che a questo conseguono.

Per questa ragione, l’iperomocisteinemia è considerata un fattore di rischio per lo sviluppo di malattie cardiovascolari, cerebrali e per fratture ossee di natura osteoporotica. La scienza ha dimostrato che l’assunzione di folati, vitamine B6 e B12 è in grado di contrastare l’accumulo di omocisteina, costituendo un valido sistema preventivo e risultando essenziale per la riduzione dei livelli plasmatici di questo amminoacido.

Studi scientifici sostengono che l’integrazione della betaina, insieme ad uno stile di vita sano, possa rappresentare un aiuto nella prevenzione del tumore alla mammella.

Infine, la betaina modula l’espressione del gene NF-κB, contribuendo al controllo dell’infiammazione.

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