SAPEVI CHE?

1 DONNA SU 2

HA
seno denso

1.375.000 DONNE

NE SOFFRONO
in Italia

RISCHIO 2-6 VOLTE MAGGIORE

DI SVILUPPARE
tumore al seno

Dati ISTAT e di letteratura

Seno denso: rischi e rimedi

Alle donne con età vicina o superiore ai 40 anni, viene consigliato di ripetere l’esame mammografico ogni 1/2 anni in base alla storia familiare, per rintracciare eventuali cambiamenti nei tessuti. Infatti, monitorando lo stato di salute del seno, si può intervenire tempestivamente nei casi di diagnosi tumorale.

La densità mammaria è un parametro mammografico che descrive lo stato del seno. Non se ne conoscono le esatte cause di genesi, tuttavia sono sicuramente coinvolti: l’etnia, la componente genetica, età, fattori ormonali, storia familiare, stile di vita ed esposizione a farmaci.

DENSITÀ MAMMARIA, CLASSIFICAZIONE E POSSIBILI RISCHI

La densità mammaria rappresenta un fattore di rischio indipendente per lo sviluppo di carcinoma al seno.

Si è dimostrato, infatti, che le donne con seno “denso” o “estremamente denso” hanno un rischio dalle 2 alle 6 volte superiore di incorrere nell’evoluzione in patologia maligna, rispetto alle donne con seno adiposo.

La classificazione mammografica del seno viene identificata dalla scala Bi-Rads, in base all’area presa in considerazione durante la mammografia:

  • seno adiposo
  • seno quasi completamente adiposo
  • seno eterogeneamente denso
  • seno estremamente denso

Molti studi internazionali hanno approfondito e continuano ad approfondire la correlazione tra densità e tumore, gli effetti dell’esposizione duratura a tale rischio e le eventuali sintomatologie sviluppate. Un seno denso non determina necessariamente la presenza di dolore nell’area. La donna scopre, infatti, un’eventuale densità rilevante solo all’esame mammografico.

Non esistono ad oggi procedure standardizzate di intervento, ma gruppi di ricerca stanno esaminando le possibilità sicure ed efficaci per ripristinare le condizioni fisiologiche del seno.

LE PROPRIETÀ DEL MYO-INOSITOLO

Il myo-inositolo è uno degli stereoisomeri dell’inositolo regolarmente assunto con la dieta (da carne, latticini, uova) e naturalmente presente nel nostro corpo.

Studi scientifici hanno dimostrato le sue capacità di aiutare a:

  • modulare processi infiammatori, metabolici, ossidativi ed endocrini;
  • migliorare il profilo ormonale: nella donna fertile, l’ormone follicolo-stimolante (FSH) controlla la maturazione del follicolo e, insieme all’ormone luteinizzante (LH), agisce sulla produzione di estrogeni e progesterone. Il myo-inositolo, come secondo messaggero dell’insulina e modulatore del segnale dell’FSH, risulta dunque in grado di regolare gli aspetti ormonali.
  • modulare il “fattore di crescita trasformante” TGF-β intervenendo positivamente sulla comunicazione epitelio-stroma. Il TGF-β è in grado di controllare la proliferazione e la differenziazione cellulare agendo sui fibroblasti e stimolando la produzione delle componenti della matrice extracellulare. Per tale ragione e per la sua capacità di favorire l’angiogenesi, può creare un tessuto adatto all’invasione metastatica e la formazione di vasi che un eventuale tumore potrà utilizzare per raggiungere siti più lontani.

N-ACETILCISTEINA, COS’È E A COSA SERVE

L’N-acetilcisteina (NAC) è un precursore della cisteina, amminoacido in grado di rigenerare il glutatione (GSH), potente antiossidante del sistema di risposta immunitario. Esso costituisce un substrato di diversi enzimi antiossidanti, oltre a partecipare direttamente alla neutralizzazione dei radicali liberi, penetrando nel mitocondrio delle cellule e rallentando il processo di invecchiamento. Inibisce con successo lo stress ossidativo a concentrazioni sia alte che basse, in somministrazione acuta (in vitro) e cronica (in vivo). Ripristina il pool di GSH spesso diminuito in conseguenza di un aumento dello stress ossidativo o dell’infiammazione ed è una fonte di gruppi sulfidrilici (SH) nelle cellule e nell’ambiente extracellulare (permettendo la formazione di ponti disolfuro che garantiscono la stabilità della struttura proteica). Agendo sulla riduzione dello stress ossidativo, l’n-acetilcisteina può interferire con i percorsi di segnalazione e trascrizione cellulare che svolgono un ruolo nella regolazione dei seguenti aspetti:

  • angiogenesi
  • crescita e arresto cellulare
  • apoptosi
  • infiammazione, come il fattore nucleare – kB “NF-kB” che regola una varietà di geni pro-infiammatori. La NAC è per tale motivo riconosciuta per la sua capacità di modulare l’infiammazione, che esplica tramite l’attività sulla risposta dei geni ai segnali di flogosi.

Studi scientifici stanno indagando l’impiego positivo di queste sostanze sulla densità mammaria.

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